martedì 26 luglio 2011

L'avventura (445)



Oggi mi è capitata un'avventura
che capire ci fa il segno dei tempi,
n'un mondo dove abbondano gli esempi
per dare in pasto al volgo la paura.


N'una strada, di quelle mai finite,
dove l'erba si mangia già l'asfalto,
l'ora che il sole ormai non è più alto
raccoglievam le more saporite.


Io dietro un cespuglio bello e folto
col secchiello da mare le coglievo,
un po' distante mia moglie, la vedevo,
anch'ella col secchiel per il raccolto.


In lontananza ho visto un pandino
che s'è avvicinato fino al punto
dietro il cespuglio, poi, na volta giunto
ha spento il motore a noi vicino.


Erano due ragazzi, innamorati,
senza vedere noi a far le more
s'eran fermati per fare l'amore;
con discrezione ce ne siamo andati.

Due minuti più tardi una volante,
in quel pezzo di strada senza uscita
l'abbiam vista arrivare, poi sentita
fermarsi proprio lì. poco distante.

Sarà forse una macchina rubata?
Macché! I due ragazzi imbarazzati
son scesi: - Cosa fate li appartati?-
Quale domanda stupida, insensata.

-Vedete che c'è gente a far le more?-
-Scusate! Ce ne andiamo, abbiamo torto!
a dire il vero non me n'ero accorto,
tolgo il disturbo, vado, sissignore!-

In un mondo che invoca tutte l'ore
più controlli, maggiore sicurezza,
scusatemi, mi sembra una sciocchezza,
infastidire chi cerca l'amore.

Invece di combattere i briganti,
spengon l'ardore dei giovani amanti.


26- luglio-2011

lunedì 25 luglio 2011

(444) Maresciallo in pensione

in coda alla ASL per le analisi

Ti sentivi un gigante
dentro quella divisa
dal popolo malvista e sempre invisa.

Ti sentivi importante
impalato davanti
ai prelati ed ai politicanti.

Altezzoso e distante
con la povera gente,
coi signori servile e riverente.

Elegante e galante
con le belle signore,
nei secoli fedele uomo d'onore.

Alla provocazione
t'attaccasti al colletto,
prepotente mi prendesti di petto.

Era mia la ragione,
tu, che stavi in difetto,
per i galloni volevi il rispetto.


Arrogante e spavaldo
con colui che subisce
le ingiustizie e da sempre le patisce.

Ora stai lì seduto
nella sala d'attesa,
ti senti nudo persa la divisa.

Io mi ti siedo accanto,
sono tranquillo, guardo,
tu abbassi il volto, non reggi lo sguardo.

Il popolo non scorda,
ma il popolo è sereno,
spegne il rancore e mai getta veleno.

Sei un povero diavolo,
noi lo siam sempre stati,
tu sei smarrito, noi siamo abituati.

25-luglio-2011

domenica 17 luglio 2011

I nuovi barbari. (443)



S'alzavano le mura
contro il nemico barbaro, invasore,
adesso è molto dura,
i barbari son dentro il nostro cuore.

Hanno a Dio innalzato
il soldo, unico re e imperatore,
a lui nulla è negato,
il bello si distrugge per l'orrore.

Ancor ci si fa vanto
delle bellezze del rinascimento,
si costruisce intanto
senza costrutto o discernimento.

Torneranno ai castelli
dall'immondizia saranno assediati,
dietro i loro cancelli
diranno: Come siamo fortunati!

Assediati dal tanfo
si chiuderanno nelle stanze d'oro,
a godersi il trionfo
sopra quel mondo che non è più loro.

17-luglio-2011

mercoledì 13 luglio 2011

L'ultima spiaggia (443)



Dicono che da vecchi
si torna un po' bambini,
se è così, d'adulti sulla spiaggia
non ne vedo parecchi.

Ci sono solo nonni e nipotini.
Forse è l'ultima spiaggia,
il futuro nelle mani ai pensionati.

13 luglio 2011

sabato 2 luglio 2011

Garofano rosso (442)



Vorrei tornare a rifiorir nel petto
il Primo Maggio, dei lavoratori
pieni d'orgoglio, mentre lor signori
a guardar con timore ma rispetto.

Vorrei restare vivo sui compagni
morti sperando in un mondo migliore
per consolarli nel loro dolore
e veder quanto il popolo si lagni.

Vorrei restar nell'estate e all'inverno
lì davanti ai caduti sul lavoro
facilmente scordati; almen per loro
un po' di primavera nell'eterno.

1- aprile-2011