lunedì 27 luglio 2009

PREGHIERA (88)


Mi sono alzato ed ho guardato il mondo
come se fosse per la prima volta,
il cielo azzurro, il mare profondo
l'oro del grano, la foresta folta,
dei poli la distesa immacolata,
l'arcobaleno della primavera,
la gran volta del cielo illuminata,
l'aria che ti solletica leggera,
il fuoco dei papaveri nel sole
e, del vento la canzone infinita,
Amor m'ha messo in bocca le parole:
- Eccola la bellezza della vita! -

Davanti a tanta grazia una preghiera
ho ritenuto dovessi al Signore,
dentro una chiesa, l'anima sincera
volevo liberar con tutto il cuore,
ma un vescovo là dentro, indaffarato,
con un banchiere trattava d'affari,
politci in odore di peccato,
genuflessi, ai bordi degli altari
in attesa di baciargli l'anello,
un povero migrante clandestino
con spregio, quella cricca, qual zimbello
ha discacciato come un assassino.

Ferito da quel gesto ho chiesto aiuto
a chi professa il credo del Vangelo
ma ho scoperto che è andato perduto
il tortore del tempio, assurto in cielo
così ho capito che Nostro Signore
salito in cielo è lassù rimasto
con il tortore suo, il successore
per il Vangelo s'è smarrito il tasto;
ormai la cruna s'è allargata tanto
da far passar cammello e cammelliere,
Amor non basta ad asciugare il pianto
di chi pane e giustizia non può avere
26-07-2009